Le cisti tendinee o “gangli sinoviali” si localizzano prevalentemente a livello del polso e della mano ed in particolare in corrispondenza del legamento scafo-lunato e della regione palmare del polso, seguiti dalla guaina dei tendini flessori.
L’eziopatogenesi è controversa, l’ipotesi più plausibile è che si possano originare per fenomeni di degenerazione mucoide dei tessuti su base microtraumatica. Compaiono, più frequentemente in pazienti di sesso femminile tra i 20 e i 40 anni di età, come una tumefazione in una delle localizzazioni tipiche anzidette, comportando in genere una deformazione estetica del polso e dolore. Se il ganglio si sviluppa in prossimità di un nervo periferico (in genere il nervo mediano o l’ulnare) può associarsi una neuropatia consensuale.
La diagnosi è clinica ma va confermata con l’ecografia che ne permette un’accurata valutazione. Nei casi dubbi altra metodica utile è la Risonanza Magnetica. I gangli sinoviali così come hanno una tendenza a risolversi spontaneamente possono recidivare con uguale frequenza. Normalmente se non sintomatiche non necessitano di nessun trattamento ma solo di monitoraggio nel tempo.
Se sintomatici, possono essere presi in considerazione diversi trattamenti: puntura ecoguidata con aspirazione, con contemporanea iniezione o meno di steroidi, e resezione chirurgica. Quest’ultimo sembrerebbe essere il trattamento più efficace e con maggiori tassi di successo definitivo. Sebbene l’intervento chirurgico sia usualmente considerato di semplice effettuazione in una ridotta percentuale di casi vi può essere dolore postoperatorio, ridotta funzionalità e recidive. In questi casi può essere utile un programma fisiokinesiterapico con metodiche di terapia fisica per alleviare il dolore e rieducazione motoria allo scopo di reuperare il fisiologico range articolare.

