Fibromialgia significa dolore (algos) proveniente dai tessuti fibrosi (fibro) e dai muscoli (myo) e può essere dunque inquadrata come una forma di reumatismo extra-articolare o dei tessuti molli caratterizzata dalla presenza di dolore cronico e diffuso, aumento della tensione muscolare e rigidità in numerose sedi dell’apparato locomotore. La fibromialgia spesso non è di facile diagnosi portando chi ne è affetto a numerose visite specialistiche ed accertamenti strumentali anche perché alcuni dei suoi sintomi possono essere riscontrati in altre numerose condizioni cliniche.
Oltretutto la sindrome fibromialgica manca di alterazioni di laboratorio e strumentali. Negli ultimi 10 anni la fibromialgia è stata meglio definita attraverso studi che hanno stabilito le linee guida per la diagnosi. Questi studi hanno dimostrato che certi sintomi, come il dolore muscoloscheletrico diffuso e la presenza di specifiche aree algogene alla digitopressione (tender points) sono presenti nei pazienti affetti da sindrome fibromialgica e non comunemente nelle persone sane o in pazienti affetti da altre patologie reumatiche dolorose. Pertanto è indispensabile affidarsi a medici competenti e che soprattutto conoscano la patologia. Questi pazienti richiedono infatti una maggiore attenzione ed un approccio multidisciplinare che coinvolga il fisiatra, il terapista della riabilitazione e occupazionale, il reumatologo, il neurologo e lo psicologo. Il dolore, che è il sintomo predominante, può manifestarsi in tutto il corpo, spesso è localizzato al rachide cervicale e alle spalle, per poi successivamente diffondersi in altre sedi. Può essere descritto come una sensazione di bruciore, rigidità, contrattura, tensione e spesso varia in relazione ai momenti della giornata, ai livelli di attività, alle condizioni atmosferiche, ai ritmi del sonno e allo stress. Un atro sintomo caratteristico è l’astenia (affaticamento) moderata o severa, ridotta resistenza alla fatica o una specie di stanchezza che ricorda quella normalmente riferita in corso di influenza o in mancanza di sonno. La maggior parte dei pazienti affetti da sindrome fibromialgica riferisce disturbi del sonno ed è interessata la fase profonda del sonno pertanto quest’ultimo può essere leggero con continui risvegli notturni. Anche i cambiamenti del tono dell’umore o del pensiero sono comuni nella fibromi algia così come la cefalea, specialmente di tipo muscolotensivo, o l’emicrania oltre che dolori addominali con alternanza di stipsi e diarrea (colon irritabile). Allo stesso modo, il paziente può riferire la presenza di “spasmi vescicali” che lo costringono a urinare spesso.
La causa di questa sindrome al momento rimane ignota. Molti differenti fattori possono scatenare una sindrome fibromialgica come eventi stressanti (una malattia, un lutto familiare, un trauma fisico o psichico). Molti studi hanno valutato alterazioni di mediatori chimici quali i neurotrasmettitori a livello centrale o di sostanze ormonali; altri autori hanno osservato significative alterazioni nella qualità del sonno e/o una particolare vulnerabilità dei muscoli a microtraumi ripetuti. In effetti, la sindrome fibromialgica sembra dipendere da una ridotta soglia di sopportazione del dolore dovuta ad una alterazione delle modalità di percezione a livello del sistema nervoso centrale, degli input somatoestesici (alterazione della soglia nocicettiva).
Le opzioni terapeutiche per la fibromialgia comprendono: farmaci che diminuiscono il dolore e migliorano la qualità del sonno, programmi di esercizi di stiramento (stretching) muscolare e/o che migliorino il fitness cardiovascolare, tecniche di rilassamento ed altre metodiche per ridurre la tensione muscolare, programmi educativi per aiutare il paziente. La migliore strategia terapeutica in questi pazienti è un approccio multimodale che preveda una educazione del paziente, descrizione delle caratteristiche della malattia, descrizione del programma terapeutico, modificazioni delle abitudini di vita che potrebbero determinare e/o perpetuare la sintomatologia, programmazione di un’attività fisica moderata ma continuativa, supporto psicologico e/o psichiatrico, se necessario, terapia farmacologica e/o riabilitativa di sviluppo. Due tra i principali obiettivi del trattamento della fibromialgia sono le tecniche di stiramento muscolare e di allenamento dei muscoli dolenti e l’incremento graduale del fitness cardiovascolare (aerobico). Molte persone possono prendere parte ad un programma di esercizi che determina un senso di benessere, un aumento della resistenza muscolare e una diminuzione del dolore. L’esercizio aerobico si è dimostrato efficace per i pazienti affetti da fibromialgia. È utile inoltre consultare un terapista della riabilitazione che aiuti a stabilire uno specifico programma di esercizi per migliorare la postura, la flessibilità e la forma fisica. Anche le terapie cosiddette non convenzionali quali gli integratori dietetici o i trattamenti non farmacologici quali il biofeed-back, l’agopuntura, la ginnastica dolce e lo yoga possono avere effetti positivi sui sintomi del paziente fibromialgico.