Le contusioni dovute a piccoli traumi diretti sono molto frequenti nella vita di tutti i giorni. È molto comune, infatti, ritrovarsi un ginocchio gonfio dopo una caduta o non riuscire a camminare dopo una botta al piede. Un evento molto diffuso tra chi pratica sport, ma non solo.
Ma in cosa consistono effettivamente le contusioni e quali contromisure adottare in certi casi?

Una contusione è la conseguenza di un trauma diretto, non penetrativo, e che dunque non compromette l’integrità dei tessuti colpiti. Nella contusione l’azione lesiva interessa principalmente i vasi sanguigni e linfatici, determinando uno stravaso ematico nello strato prossimo alla superficie della pelle.

Le contusioni sono di vario grado ed entità: dall’ecchimosi (il classico livido bluastro) alla formazione di un ematoma (raccolta di sangue con tumefazione superficiale), fino alla necrosi cutanea (cioè alla morte di uno strato di cellule della pelle). In tal caso, la cute che sovrasta la contusione appare prima pallida, poi nerastra (escara), quindi, in corrispondenza della lesione, si può sviluppare una piaga. Nei primi due casi invece la zona interessata dalla compressione o dallo schiacciamento si presenta con una chiazza rosso-violacea (stravaso ematico) che non scompare alla pressione. Con il trascorrere dei giorni, il colore della lesione traumatica vira dal violaceo al verde o giallo, fino a risolversi totalmente entro circa 15 giorni, quando l’infiltrazione sanguigna si riassorbe. Questa variazione cromatica dipende dalle modificazioni dell’emoglobina contenuta negli eritrociti, di colore rosso che, in assenza di ossigenazione polmonare, si trasforma in successione in metaemoglobina, ematina (verde-brunastra), emosiderina (verde-giallastra) ed ematoidina (gialla).

Oltre all’evidente stravaso ematico di colore rosso-violaceo, una contusione si associa tipicamente a dolore locale, gonfiore e sensazione di intorpidimento o tensione. Le contusioni si verificano più facilmente nei punti nei quali l’osso è più superficiale (es. ginocchio) e lo spessore dei tessuti molli è minore (per esempio, sulla tibia o sull’arcata sopracciliare).

Il trattamento della contusione varia in base alla causa che ne è responsabile: nei traumi più banali, per esempio, non è necessario alcun trattamento, poiché si risolverà gradualmente entro pochi giorni. Nei traumi più importanti è fondamentale applicare una borsa del ghiaccio ed eventualmente una fasciatura compressiva. Il freddo ha una funzione emostatica (cioè riduce l’afflusso di sangue) e contribuisce ad alleviare dolore e gonfiore. In tal senso molto utili risultano anche alcune terapie fisiche come la criolaserforesi e la crioelettroforesi. Trascorse almeno 24-48 ore può essere indicato passare agli impacchi caldi perché il calore ha un effetto miorilassante e vasodilatatorio contribuendo alla riparazione dei tessuti nella parte lesa ed accelerando l’assorbimento dell’edema. In questa fase possono essere molto utili anche altre metodiche fisiche come la tecar e la laser terapia oppure gli ultrasuoni, specie negli ematomi, per evitare complicazioni come le calcificazioni. Nelle contusioni più profonde potrebbe servire anche una cura con farmaci antinfiammatori oltre a principi attivi naturali ad azione antiedemigena come l’arnica, la bromelina, l’ippocastano, l’ananas e l’escina.