metodica Stecco

La manipolazione fasciale è una pratica non invasiva che agisce sulle fasce muscolari ed i tessuti connettivi del corpo per ridurre il dolore, migliorare la forza e l’elasticità.

La manipolazione fasciale, secondo la metodica Stecco, mira al ripristino del fisiologico equilibrio proprio tensionale del sistema fasciale. Il tessuto connettivo, presente in tutto il nostro corpo, fornisce supporto strutturale, protezione e stabilità.
Nel contesto muscolare, questo rappresenta la fascia che è divisibile in particolare in:

epimisio, ovvero lo strato di copertura del muscolo che si continua poi a formare nei tendini;

perimisio che circonda grossi fasci muscolari;

endomisio che circonda singolarmente le fibre.

All’interno di queste strutture, esistono particolari organi sensoriali: i fusi neuromuscolari e gli organi tendinei del Golgi, fondamentali per la funzionalità muscolare. In particolare, i fusi neuromuscolari sono recettori presenti nel perimisio deputati a rilevare la lunghezza e la velocità di cambiamento della lunghezza delle fibre muscolari, mentre gli organi tendinei del Golgi sono recettori presenti nei tendini atti a individuare la tensione e la forza muscolare durante la contrazione. Nel momento in cui è necessario attivare un distretto muscolare, il cervello invia un piccolo segnale prima alle fibre dei fusi neuromuscolari, che contraendosi attivano a loro volta la componente sensitiva che restituirà un messaggio relativo alla corretta posizione del muscolo e alla funzionalità dello stesso.

Allo stesso tempo questi stessi dispositivi sensoriali sono fondamentali per la coordinazione tra muscoli, in particolare tra quelli antagonisti.

Premesso ciò è facile intuire come la fascia sia fondamentale per la funzionalità dell’intero sistema muscolo-scheletrico. Pertanto, a causa dell’invecchiamento, di un’immobilizzazione prolungata o di traumi, questi sistemi possono andare in confusione, non permettendo una giusta coordinazione dei movimenti ed una stabilizzazione, generando dolore e perdita di forza. A questo punto il ruolo del terapista della riabilitazione (TDR) è fondamentale perché tramite la manipolazione fasciale è in grado di provocare una reazione infiammatoria riparativa a livello del tessuto connettivo danneggiato, che a distanza di poco tempo potrà recuperare l’elasticità e la normale funzione.

Il metodo della manipolazione fasciale non si concentra sui sintomi o solo sull’area del dolore o del disagio. La maggior parte delle volte, il dolore miofasciale e la disfunzione possono essere causati da un problema precedente situato in diverse aree del corpo. Le seguenti compensazioni locali o globali possono causare una percezione alterata della posizione/movimento del corpo, della coordinazione motoria e della distribuzione del carico sulle strutture miofasciali e sulle articolazioni. La manipolazione fasciale consente di sperimentare immediatamente una sensazione di sollievo dal dolore, anche se nelle prime due giornate circa dal trattamento è possibile un ritorno del sintomo per la reazione infiammatoria in corso. Il beneficio maggiore si manifesta invece nell’arco di dieci giorni con un sensibile miglioramento della sintomatologia, momento in cui risulta ottimale effettuare una seconda seduta per consolidare i risultati e verificare l’efficacia dei trattamenti.

La procedura inizia con l’identificazione della muscolatura interessata dalla tensione fasciale per trovare i punti da trattare in modo da procedere con la manipolazione ed in media vengono trattati dai 4 ai 7 punti per seduta. Il trattamento consiste nella manipolazione di sequenze di punti ben precise: questi punti costituiscono i centri vettoriali di trazione delle logge neuro-muscolo-tendinee-legamentose, responsabili di tutti i gesti motori, semplici e complessi. Sono da ricercare all’interno di un totale di 400 punti, organizzati secondo varie sequenze definite. Quindi si passa al trattamento, la manipolazione fasciale vera e propria, che viene eseguita utilizzando le dita, le nocche o il gomito per comprimere e massaggiare la fascia, inducendone il rilassamento e scatenando processi riparativi. Ogni compressione determina la comparsa di dolore acuto, che però va risolvendosi in poche decine di secondi, lasciando infine il muscolo libero e sollevato. Sviluppando attrito e calore profondo, si ripristina il corretto e vicendevole scorrimento fra i diversi piani fasciali, normalizzando così la funzionalità muscolare ed articolare e garantendo la scomparsa del sintomo doloroso.

Una pratica innovativa e non invasiva, eseguita dallo staff del Centro Athena per risolvere i vostri problemi muscolari